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Altro giro altra corsa sull'ottovolante della cyber insicurezza, per la serie continuiamo a rincorrere i problemi e non ad affrontarli strutturalmente vediamo quanti danni farà l'ennesimo ramsoware stile wannacry....
 
 
 
 

Dovrebbe essere saltato agli occhi di tutti, Microsoft da maggio con wannacry ha preso a rilasciare patch anche per Windows 2003 e XP, anche se commercialmente non esistono più per microsoft....o forse invece ne esistono ancora troppi?

I nostri desktop e portatili ormai sono Windows 7, 8 o per la maggiore Windows 10, ma il fatto che MS abbia deciso di rilasciare patch per due sistemi ormai chiusi da anni è significativo e ci deve far riflettere. Ovvero Microsoft sa di per certo che c'è una parte "importante" di servizi in cui ancora i vecchi window non riescono ad essere sostituiti, e quando ci sono eventi eccezionali... l'unica soluzione è riattivare il patching di questi prodotti ormai chiusi.

Ma quali sono gli ambienti in cui questi sistemi non riescono ad essere aggiornati e perché? Ci sono ambienti in cui il software è fortemente "sedimentato" al punto che sostituire o aggiornare il sistema operativo corrisponde spesso a cambiare l'intero macchinario. Abbiamo provato a fare una lista non esaustiva di quelli che sono gli ambienti in cui i vecchi Windows sono ancora in funzione e non possono essere sostituiti

  • Macchine industriali certificate con Windows XP o con Windows 2003
  • Macchine a controllo numerico il cui software gira solo su queste piattaforme
  • Sistemi ATM (per la verità pochi in Italia ma in altre parti del mondo lo scenario è ben diverso...)
  • Registratori di cassa, magari con dispositivi barcode non più supportati
  • Stazioni self service
  • Totem e pannelli informativi
  • Sistemi di Automazione industriale:
    • controllo accesso varchi
    • gestione illuminazione
    • gestione climatizzazione
  • I dispositivi sanitari

in ognuno di questi ambiti spesso si è diffidati dal fare anche i normali aggiornamenti di sicurezza. Purtroppo l'impossibilità di aggiornare questi sistemi a versioni Windows più recenti è, nella maggior parte dei casi, da addebitare al software che ci gira sopra, progettato specificatamente per operare con un certo ambiente e con cervt versioni di librerie di sistema. Un aggiornamento del sistema operativo nella migliore delle ipotesi causa un blocco di alcune funzioni e nella peggiore l'impossibilità di fare qualsiasi cosa.

E quindi le aziende si tengono le loro piattaforme comprate oltre 10, 15 anni fa e pagate care, perché sostituire windows XP o Windows 2003 vorrebbe dire buttare via e ricomprare tutto ex novo; un investimento che una grossa azienda può anche fare, ma che certo una PMI difficilmente si può sostenere.

Mi domando, il Garante Privacy dove sta? le misure minime che prevedono "aggiornamenti periodici dei programmi per elaboratore volti a prevenire la vulnerabilità di strumenti elettronici e a correggerne difetti sono effettuati almeno annualmente" dove sono applicate in questi contesti? qualcuno mi dirà che sulle macchine a controllo numerico non ho un trattamento di dati personali o sensibili e quindi non ha senso, verissimo ma quella macchina potrebbe essere un vettore di attacco o infezione per quei sistemi che effettuano il trattamento. in caltri casi invece il trattamento di dati personali o sensibili è palese, come per il registratore di cassa o per tutto l'ambito sanitario.

Sappiamo bene tutti che l'ufficio del Garante è sotto dimensionato, ma invece di andare a fare ispezioni rigorosissime alle aziende che usano l'informatica come strumento per realizzare il loro business, forse... sarebbe il caso di andare a controllare se chi apparati appliance, allinone e software che mette all'interno di tanti dispositivi si impegna a rilasciare aggiornamenti che permettano di mantenere aggiornato e in sicurezza il sistema.

Non possiamo pensare che il controllo accessi di un'azienda debba rimanere su Windows XP perché non esiste una versione per windows 10 e che l'alternativa sarebbe cambiare il sistema controllo accessi, né che una macchina per la molatura metalli a controllo numerico continui a girare su Window XP perchè altrimenti devo cambiare macchina, tantomeno possiamo accettare che il registratore di cassa che accetta la nostra carte di credito e scannerizza la nostra tessera fedeltà giri solo su Windows XP, per non parlare del mondo sanitario dove sicuramente nessuno è disposto ad accettare che l'ecografo continui a funzionare ancora con il Windows XP rilasciato il 21 ottobre 2001 trattando i nostri dati sanitari. Tutto questo per non parlare di tutto l'Internt of Things!!!

Wind Tre dovrà comunicare per iscritto agli oltre 5mila clienti di aver subito un attacco informatico lo scorso 20 marzo che ha consentito di visualizzare e acquisire in chiaro le user id e le password necessarie per l’accesso al loro profilo online e al rischio di furto dati fra cui nominativo, codice fiscale, numero di telefono, mail, indirizzo e fatture degli ultimi sei mesi per chi li ha richiesti.

Lo ha stabilito con estremo ritardo il Garante Privacy nel suo provvedimento n. 226 dell’11 maggio scorso. Se queste sono le prove tecniche di GDRP e gestione del data breach iniziamo male. Nel mondo interconnesso di oggi nessuno, neanche il Garante Privacy si può permettere di essere lento in particolare quando la questione riguarda il furto di dati personali. Tempestività è una delle parole chiave del GDPR per la gestione di un breach ed è chiaro che è mancata, 1 mese e mezzo non è certo un indicatore di tempestività.
L'altro concetto chiave è "digital investigation"; l'ispezione del garante ha accertato come i dati dei 5000 clienti fossero presenti in un file generato nel corso di un intervento tecnico che per errore non era stato cancellato a termine delle operazioni ed era divenuto oggetto di furto. Purtroppo però non ha chiarito come e da dove "ignoti" si siano potuti introdurre nei sistemi di Wind Tre per poter sottrarre quel file.

Le aziende, anche nelle più grandi, continuano a concentrarsi esclusivamente sull’aspetto tecnologico di difesa informatica, la cyber difesa, falsamente rassicurati dal marketing di vendor e consulenti cyber, si illudono di non poter essere attaccati e di non correre rischi.

Troppo spesso questa falsa sicurezza fa si che si scelga di non si predisporre nè di formare team dedicati alla gestione degli incidenti, che abbiamo le competenze e gli strumenti per il monitoraggio, la tracciatura, indagine e raccolta delle digital evidence per un'analisi forense di un attacco informatico.
Un Team CSIRT oltre a monitorare la sicurezza aziendale e monitorarne eventuali compromissioni, deve essere in grado di dare seguito ad una indagine forense su un data breach o un leak per eventualmente poter avviare la tutela legale e assicurativa nel post incidente.

Studio Fiorenzi P.IVA 06170660481 - Perizie Informatiche Forensi e Consulenze Tecniche a valore Legale e Giudiziario in Tribunale

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