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Le problematiche legate a dipendenteiinfedeli sono in constante crescita, da quello che sottrae l'elenco clienti dell'azienda a quello che invia progetti cad alla concorrenza dietro pagamento abbiamo imparato a vedere un po' di tutto ma ci mancava ancora il caso del dipendente di Banca infedele che passava informazioni riservate ad una organizzazione criminale pre riuscire a portare a termine un furto con destrezza al sistema informatico di Banca Monte Paschi di 40 Milioni di Euro. La notizia è online al link http://www.palermotoday.it/cronaca/truffa-operazione-cala-spa-retroscena.html ma quello su cui si deve riflettere è che ormai anche la malavita e la criminalità sta migrando dal mondo analogico, fatto di rapine e assalto a ville e banche,  al mondo digitale  fatto di furto di informazioni riservate, di estrorsione e ricatti, di appropriazione indebita e furto con destrezza di ingenti capitali che con i mezzi informatici vengono fatti rimbalzare su 2 o tre sistemi fiscali, per essere ripuliti e tornare "ripuliti" nelle mani dell'organizzazione criminale.

 

 

"l titolare di un sito può, senza autorizzazione dei titolari di copyright, dirigere gli utenti di internet, tramite hyperlink, ad opere protette disponibili liberamente su un altro sito. Ciò è possibile anche se gli utenti di internet che fanno click sul link hanno l'impressione che l'opera sia pubblicata sul sito che contiene il link" questo è il testo della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che con decisione del 13 febbraio per la prima volta afferma in Europa il  diritto di inserire un hyperlink, di linkare nel proprio sito un contenuto presente su un altro sito nel corpo di un articolo o post che stiamo pubblicando. Una decisione che contribuisce a fare chiarezza nei rapporti fra i motori di ricerca e gli editori. L'articolo può essere per intero su http://mytech.panorama.it/internet/link-diritto-europa-copyright-google

E dire che dopo gli annunci dati dal governo nel mese di dicembre,  era fortemente atteso un codice che facesse chiarezza e desse delle regole serie.

Il testo pubblicato, http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/codice_cyberbullismo_8%20gennaio_2013.pdf, assomiglia più ad una bozza che ad un codice. Se si leva la pagina iniziale di inquadramento del problema, il codice sul cyber bullismo è costituito da una paginetta e poco più. Quanto ai contenuti parlano di adesione al codice, e non di obbligo, di regole e non di sanzioni, insomma una sorta di buoni propositi e niente più. Il nostro paese e il problema di cyber bullismo hanno bisogno di essere affrontati seriemente con obblighi e sanzioni per chi non rispetta le regole. Bisogna "costringere" i social ad adeguarsi alle regole e non semplicemente aderire. Sanzionare chi non si adegua con l'oscuramento o  ridurcendone la connettività sui MIX, sarebbe sicuramente una leva per "costringere" i vari facebooke etc.. ad adeguarsi, pena perdere di appeal e popolarità. Quanto alle regole, sarebbe opportuno che il legislatore prima di tutto definisse meglio cosa si intende per cyber bullismo e come giuridicamente deve essere trattato.

Studio Fiorenzi P.IVA 06170660481 - Perizie Informatiche Forensi e Consulenze Tecniche a valore Legale e Giudiziario in Tribunale

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